Abolizione della caccia

    

E' NECESSARIO ABOLIRE LA CACCIA


In Italia, lo Stato e le Regioni continuano a consentire la caccia che è la minaccia principale per gli animali; la stampa sostiene che l'abbattimento della fauna selvatica, in particolare  dei "grandi mammiferi": il lupo, l'orso, il cervo, il cerbiatto, il cinghiale, perché sono considerati animali pericolosi per l’uomo e dannosi per l’attività agricolo-pastorale. L'aumento della popolazione dei lupi, degli orsi e degli ungulati è stata favorita dall'abbandono in massa delle campagne e dei paesi dell'entroterra, che si è svolta dopo la seconda guerra mondiale. Se un tempo la caccia poteva consentire di avere a disposizione del cibo, attualmente  non è più necessaria per sfamare; in genere, gli animali uccisi sono venduti ai ristoranti o ai negozi, ma, ormai, l' abbondanza dei cibi a disposizione rende inutile utilizzare i selvatici a scopo alimentare.

La caccia, inoltre, è consentita –si sostiene da più parti- perché gli animali danneggiano l'agricoltura o uccidono  gli animali domestici; ma tale motivazione è insensata il lupo, l'orso non uccidono per “cattiveria”, ma per sfamarsi; inoltre è assodato che non si avvicinano all'uomo (da un secolo non vi è stato alcun assalto all'uomo da parte del lupo) e, per quanto attiene l' orso, si è verificato qualche assalto per responsabilità degli esseri umani, che si sono avvicinati impropriamente o hanno messo in pericolo i cuccioli dell’orso. Per quanto attiene gli erbivori, si afferma che distruggono le piante, ciò è piuttosto difficile considerato che i campi sono abbandonati, la floricoltura ha esalato l'ultimo respiro, il patrimonio naturale è avvolto da un lugubre manto.

Sarebbe necessario attuare una politica ben diversa: per eventuali danni alle zone agricole  è sufficiente mettere delle reti intorno alla campagna; inoltre, è necessario che le Regioni procedano celermente al un congruo rimborso, se qualche pecora è stata uccisa; non -come ora- dato che il rimborso è effettuato anche dopo due anni  e con una somma irrilevante; sarebbe, pure, opportuno che le Regioni intervenissero con aiuti economici per l' attuazione delle  spese necessarie per effettuare i lavori di difesa.

Infine, è necessario provvedere a continui controlli per impedire il bracconaggio. Occorre, cioè, che le Regioni realizzino una svolta decisa e favoriscano  la creazione di aziende da parte dei giovani, che vengano dati aiuti  a chi vuole creare un allevamento di bestiame, che favoriscano un incremento a livello internazionale  della coltivazione degli ulivi, delle viti e di tutti quei prodotti orticoli  che caratterizzano  la produzione italiana. 

Uccidere i selvatici non è certo la soluzione per ridare linfa al settore agricolo italiano, anzi si rivela solo una misura crudele che indebolisce ulteriormente un tessuto naturale già allo stremo, tessuto naturale che con la sua varietà e bellezza è esso stesso un patrimonio dell’Italia, oggetto di ammirazione in tutto il mondo. Da salvaguardare.