Marx: Il materialismo storico

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

        


MARX: IL MATERIALISMO STORICO



NOTAZIONI BIOGRAFICHE


Marx è nato a Treviri nel 1818, la famiglia, di  origine ebraica, si era convertita alla religione protestante, il padre era favorevole al liberalismo; 

pertanto la  sua vita si snoda quando la rivoluzione industriale, che era iniziata in Inghilterra nella seconda metà del secolo XVIII, si diffonde  in diversi paesi europei provocando  insurrezioni, la più notevole è quella del 1848; inoltre si verificano importanti mutamenti politici: la creazione dello Stato italiano e di quello tedesco, il colpo di stato di Napoleone III in Francia

Marx nel 1835 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a Bonn e, l’ anno seguente si trasferisce a Berlino dove entra a far parte del gruppo della Sinistra hegeliana,  studia la filosofia di Hegel,  abbandona la facoltà di giurusprudenza e s’  iscrive a filosofia all' Università di Jena con la tesi "Differenza tra la la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro;" ottenendo il dottorato. Ben presto  rinuncia alla carriera universitaria  e si dedica al giornalismo politico; nel 1842 diventa caporedattore  della "Gazzetta renana," nel 1843 deve rifugiarsi a Parigi in seguito all' interdizione del giornale da parte del governo e termina la stesura della "Critica della filosofia del diritto di Hegel;" nello steso anno sposa Jenne von Westphalen, figlia di un barone al servizio del governo prussiano.   Nel 1844 si rifugia a Parigi con la moglie, pubblica insieme a Ruge l' unico numero  degli "Annali franco-tedeschi"   dove sono pubblicati due saggi: " questione ebraica" e "Per la critica della filosofia del diritto di Hegel",  stringe amicizia con Engels, che aveva abbandonato la città di Manchester dove aveva lavorato per conto del padre nell’ industria tessile del cotone e aveva  redatto uno studio sulle classi operaie inglesi. Marx scrive i "Manoscritti economico-filosofici", nei quali  critica la proprietà privata, il capitalismo e affronta il concetto di alienazione che considera provocata  dallo sfruttamento e dall’ organizzazione capitalistica.

Espulso dalla Francia, si trasferisce a Bruxelles, dove in collaborazione con Engels, scrive "La sacra famiglia," contro Bauer; nel 1845-1846  compone le   "Tesi su Feuerbach" e "L' ideologia tedesca" scritta con Engels e rimasta inedita, in questo libro viene esposta la concezione materialistica della storia;  nel 1847 si svolge a Londra il primo congresso della Lega dei comunisti al quale partecipa Engels. Marz scrive “L’ indirizzo inaugurale” e gli “Statuti” della lega. Nel 1847 Marx pubblica l' opera "Miseria della filosofia" in polemica con Proudhon  e viene incaricato dalla Lega di  scrivere un documento  programmatico che viene pubblicato a Londra in collaborazione con Engels,con il titolo "Manifesto del partito comunista" (1848); nel 1848 si verificarono insurrezioni in numerose città tra cui a Parigi Berlino, Milano e Roma; Marx prende parte attiva, agli eventi del 1848, considera l’ esperienza della Comune come la prima conquista del potere da parte della classe operaia  e sostiene che l’ aspirazione  delle masse  ad una società socialista non è un ideale astratto e utopistico, ma un passaggio concreto le cui premesse materiali sorgono di pari passo con lo stesso sviluppo della società borghese.     

 Marx e Engels ritornarono in Germania appoggiando i rivoluzionari; Marx fu processato per l’ accusa di oltraggio  al pubblico ministero  e per istigazione alla rivolta;  venne assolto da entrambe  le accuse, ma fu espulso dal territorio prussiano.        

Nel 1849 emigra a Londra, scrive articoli  sulle insurrezioni del 1848;   dopo  lo scioglimento della Lega nel 1851,  Marx decide di ritirarsi dalla politica attiva;  sono anni difficili, soprattutto dal punto di vista economico, ma ricca di produzione teorica;  collabora al New York Tribune, nel 1852 pubblica  "Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte" dedicato al colpo di stato dell' anno precedente di Luigi Bonaparte,  compone lo scritto di carattere economico "Lineamenti fondamentali  della critica dell' economia politica pubblicato nel 1857-1859 e  "Per la critica dell' economia politica” conduce ricerche nella biblioteca del British Museum per sviluppare la teoria  del materialismo; durante l’ inverno del 1857/58  riassume su dei taccuini il pensiero economico che aveva elaborato; gli appunti  furono pubblicati nel 1953 con il titolo di “Grundisse”.

Nel 1864 è fondata  l' Associazione Internazionale dei Lavoratori "che  tenne sei congressi durante nove anni; all’ interno vifurono forti dissensi da parte degli anarchici guidati da Michail Bakunin, l’ Associazione fu sciolta nel 1876. Marx partecipa alla Lega e, nel 1866, inizia a comporre il "Capitale," il primo volume è pubblicato  nel 1867 a Amburgo, il secondo e il terzo  volume saranno pubblicati da Engels nel 1885 e nel 1894. Nel 1870 per il Consiglio generale dell' Internazionale compone  due "Indirizzi sulla guerra franco-prussiona,"  nel 1871   compone il terzo indirizzo "La guerra civile in Francia" relativo alla Comune di Parigi.

 Nel 1875 scrive gli "Appunti  sul libro di Bakunin," "Stato e anarchia" e "la critica del programma di Gotha" in occasione dell' unificazione dei socialisti tedeschi a Gotha  che Marx non condivideva.

Marx  muore nel 1883, compianto da Engels e dal movimento operaio internazionale; gli studenti moscoviti inviano una corona con scritto "A colui che a difeso i diritti dei lavoratori nella teoria e li ha fatti valere nella pratica "

Marx, nel corso della sua vita ha perseguito l' ideale di attuare l' unione della teoria e della prassi; ideale che egli riteneva realizzabile edificando una nuova società.


             LA SITUAZIONE STORICA E CULTURALE 


Marx è vissuto in un periodo di profondi mutamenti sia  sul piano economico che su quello politico: la rivoluzione industriale iniziata in Inghilterra nella seconda metà del Settecento si diffuse nel Continente, gli Stati  che avviarono  decisamente il processo industriale furono la Francia (nel Nord-Est), il Belgio, la Svizzera, la Renania tedesca, alcuni distretti dell’ Italia settentrionale, dell’ Austria e della Boemia. In genere le innovazioni si concentravano in alcune aree, tuttavia  lo sviluppo delle ferrovie favorì lo sviluppo  dell’ industria, per cui si verificarono profonde innovazioni sociale:  il capitalismo  industriale assunse una posizione strategica e si costituì una nuova classe, quella del proletariato; i lavoratori delle industrie, a differenza dei “poveri” del passato, esprimevano  le loro proteste non con sporadiche sommosse, ma crearono movimenti organizzati,  associazioni di mutuo soccorso, giornali e leghe; si sviluppò, pure, un’ elaborazione teorica che sosteneva la necessità di una società più giusta;alle rivendicazioni dei lavoratori si affiancò un’ elaborazione  socialista che tenerva conto delle questioni complete ( quali il salario, le condizioni di vita,) e di problematiche di carattere generale ( quali  la libertà, la proprietà privata).

Marx partecipò all’ insurrezioni del 1848 con lo scritto “Il Manifesto del partito comunista),  lascia Parigi e si reca in Germania con Engels per partecipare  al movimento rivoluzionario, nel 1864 partecipa alla fondazione dell’Associazione Internazionale degli operai (l’ Internazionale), nel 1870 inneggia alla “Comune” di Parigi,” prende contatti con i comunisti, dibatte l’ esperienza dellaComune nel  consiglio dell’ Associazione Internazionale  della Comune e  organizza, con Engels, l’ aiuto per i rivoluzionari emigrati della Comune. 

                       

                         IL MATERIALISMO STORICO 


La dizione “materialismo storico” fu introdotta da Engels in base all’ interpretazione della storia proposta da Marx che riconosce ai molteplici  fattori economici: tecniche e rapporti  di lavoro un valore fondamentale degli eventi storici, poichè  l’ insieme  di tali rapporti  costituisce la struttura economica della  società: il diritto, la religione, le forme di governo e la cultura sono sovrastrutture. Quindi il modo di produzione  condiziona il momento storico.

La struttura economica determina il diritto, la politica, la  religione, l’ arte, la filosofia, le relazioni tra gli individui; il  progresso è determinato dalle modalità di produzione; gli uomini si distinguono dagli animali non perchè sono dotati di pensiero, ma perchè  sono in grado di produrre i mezzi “di sussistenza:Secondo Marx, quindi ”      

Il primo presupposto di tutta la storia umana è naturalmente l’ esistenza di individui  umani viventi......Si possono distinguere  gli uomini dagli animali per la coscienza, per la religione, per tutto ciò che si vuole, ma essi cominciarono a distinguersi dagli animali allorchè cominciarono  a produrre i loro  mezzi di sussistenza, un progresso che è condizionato dalla loro organizzazione  fisica.........

 Questo modo di produzione non si deve giudicare  solo in quanto è la riproduzione dell’ esistenza fisica degli individui; anzi, esso è già un modo determinato dell’ attività di questi individui di estrinsecare la loro vita,un modo di vita determinato.Come gli individui esternano la loro vita così essi sono .Ciò che essi sono coincide dunque con la loro produzione, tanto  con ciò che producono quanto col modo come producono. Ciò che gli individui sono dipende dunque dalle condizioni materiali della loro  produzione 

Questa produzione non appare che con l’ aumento  della popolazione.E presuppone a sua volta relazioni fra gli individui. La forma di queste relazioni a sua  volta è condizionata dalla produzione.”(1) 

 Marx distingue quattro  epoche storiche caratterizzate dalla forma di produzione  e dalle diverse classi: 

“La prima forma di proprietà è la proprietà tribale. Essa corrisponde a quel grado non ancora sviluppato della produzione in cui un popolo vive di caccia e di pesca, dell’ allevamento del bestiame o al massimo dell’ agricoltura.....In questa fase  la divisione del lavoro è ancora pochissimo  sviluppata e non è che un prolungamento della divisione naturale del lavoro nella famiglia. L’ organizzazione sociale quindi si limita ad essere un’ estensione della famiglia, capi patriarcali della tribù, al di sotto di essi i membri della tribù, e infine gli schiavi. La schiavitù, latente nella famiglia, comincia a sviluppare poco a poco con l’ aumento della popolazione e dei bisogni, l’ allargarsi delle relazioni esterne, così della guerra come del baratto.

La seconda forma è la proprietà della comunità antica e  dello Stato, che ha origine dall’ unione di più tribù in una città, mediante patto o conquista,e in cui continua ad essere la schiavitù. Accanto  alla proprietà della comunità già si sviluppa la proprietà privata mobiliare ein seguito anche l’ immobiliare, che però  è una forma anormale, subordinata alla proprietà della comunità...................La divisione del lavoro è già più sviluppata. Troviamo già l’ antagonismo fra città ecampagna, più tardi l’ antagonismo fra Stati  che rappresentano l’ interesse dellacittà e Stati  che rappresentano quello della campagna, e all’ interno della stessa città l’ antagonismo fra industria e commercio marittimo. Il rapporto di classe frai cittadini e schiavi è completamento sviluppato............

La terza forma è la proprietà feudale o degli ordini. Mentre l’ antichità muoveva dalla città e dalla piccola cerchia, il Medioevo muoveva dalla campagna. La popolazione allora esistente, scarsa e dispersa su una vasta superficie, debolmente incrementata dai conquistatori, determinò questo spostamento del punto di partenza. Al contrario della Grecia e di Roma,lo sviluppo feudale comincia quindi su un terreno molto più esteso, preparato dalle conquiste romane e dalla diffusione dell’ agricoltura che originariamente vi è connessa. Gli ultimi secoli del cadente  Impero romano e la stessa conquista dei barbari  distrussero una grande quantità di forze produttive;l’ agricoltura era  caduta in abbandono l’ industria   rovinata per mancanza di sbocco, il commercio intorpidito o violentemente troncato, la popolazione della campagna edelle città era diminuita. Queste condizioni preesistenti e il modo come fu organizzata la conquista, provocarono, sotto l’ influenza della costituzionre militare germanica, lo sviluppo  della proprietà feudale. Come la proprietà tribale e la proprietà della comunità, anch’ essa poggia su una  collettività alla quale sono contrapposti come classe direttamente produttrice non gli schiavi, come per la proprietà antica, bensì i piccoli contadini asserviti....... L’ organizzazione gerarchica del possesso fondiario  e le relative compagnie armate davano alla nobiltà  il potere sui servi della gleba(2)

Infine La quarta forma è quella capitalistica caratterizzata dal predominio dell’ industria e dalla contrapposizione di due classi: la borghesia e il proletariato. Dopo la rivoluzione francese, la società feudale è tramontata ed ha preso sopravvento la borghesia: “La società borghese moderna, sorta dal tramonto della società feudale, non ha  eliminato gli antagonismi  fra le classi. Essa ha soltanto sostituito alle antiche, nuove  classi, nuove condizioni  di oppressione, nuove forme di lotta.

La nostra epoca, l’ epoca della borghesia, si distingue però dalle altre  per aver semplificato  gli antagonismi di classe. L’ intera società si va scindendo sempre più in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente contrapposte l’ una dall’ altra: borghesia e proletariato(3)       

Il materialismo storico, teorizzato da Marx e da Engels, è totalmente diverso dal materialismo cosmologico sostenuto da Democrito e da Epicuro; infatti Democrito sostiene che gli atomi sono dotati di movimento e si muovono dall’ eternità per cui danno  origine a tutte le  cose; Marx, invece, si riferisce al processo storico che è caratterizzato fondalmente dai fattori economici: tecniche di lavoro e di produzione per cui la “personalità umana” è “intrinsicamente”   costituita dai rapporti di lavoro: “Nella produzione sociale della loro vita, gli uomini entrano in determinati rapporti necessari e indipendenti dalla loro volontà, rapporti di  produzione che corrispondono ad una certa fase di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L’ insieme di questi rapporti di produzione costituisce  la struttura economica della società, che è la base reale su cui si edifica una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono determinateforme sociali di coscienza......Il  modo di produzione della vita materiale condiziona perciò, in generale, il processo della vita sociale, politica e spirituale”(4). In sostanza, secondo Marx, è la società che determina la coscienza, mentre, secondo Hegel, è la coscienza  che determina la società.    

 Per individuare il tipo di società , è’ necessario,  considerare le forze produttive,  il modo di produzione e la divisione del lavoro; il movimento storico si caraterizza per le forme di produzione della “vita materiale” che  determinano “il carattere  dei rapporti sociali e politici;” Marx  distingue tra struttura e sovrastruttura: la struttura è data dal modo di produzione,  dalla divisione del lavoro, dalle  forme di proprietà, la  sovrastruttura è costituita dalle ideologie: stato, diritto, religione, cultura (letteraria filosofica) che  sono determinate  dall’ organizzazione economica; le idee sono, pertanto,  condizionate dalla modalità della produzione.  Il rapporto struttura –sovrastruttura non  deve essere intesa in senso deterministico, nell’ opera”Per la critica dell’ economia politica,” Marx sottolinea che “il rapporto tra sviluppo  della produzione materiale e sviluppo  della produzione artistica non è  del tutto parallelo”(5) per cui, ad esempio,  l’ arte greca è ancora apprezzata anche se la produzione materiale è profondamente  mutata. “La produzione  delle idee, delle rappr4esentazioni, dellacoscienza, è in primo luogo  direttamente intrecciata all’ atività materiale e alle relazioni materiali degli uomini,linguaggio della vita reale. Le rappresentqazioni e i pensieri m lo scambio spirituale degli uomini  appaiono  qui ancora come emanazione   diretta del loro comportamento materiale. Ciò  vale allo stesso modo per la produzione spirituale, quale essasi manifesta nel linguaggio della politica, delle leggi, della morale,  della religione, d3ella metafisica, ecc. di un popolo. Sono gli uomini i produttori  delle loro rappresentazioni, idee, ecc., ma gli uiomini reali, operanti così  come  sono cpndizionatida un determinato  sviluppo delle loro forze produttive e dalle relazioni  che vi corrispondono  fino alle loro formazioni più estese. La coscienza non può mai essere qualche cosa di diverso dall’ essere cosciente e l’ essere degli uomini  capovolti come in una camera oscura, questo fenomeno deriva dal processo storico  della loro vita, proprio come il capovolgimento degli oggetti sulla retina deriva dal loro immediato processo fisico è il processo reale  della loro vita. Se nell’ intera ideologia degli uomini e i loro rapporti appaiono   capovolti  come in una camera oscura questo fenomeno deriva dal processo storico della loro vita,proprio come il capovolgimentodegli oggetti sulla retinaderiva dal loro immediato processo fisico”(6)

L’ Ideologia tedesca fu composta tra la fine del 1845 e l’ autunno del 1846, alla stesura dell’ opera partecipò Marx e Engels, ma  fu frutto soprattutto di Marx, secondo la testimonianza di Engels; lo scritto aveva lo scopo di mettere in luce il contrasto, soprattutto, con Feuerbach,  Bruno Bauer e Stirner. L’ opera non fu pubblicata e Marx dichiarò che il manoscritto “allacritrica roditrice dei topi in quanto avevamo giàraggiunto il nostro scopo principale che era di veder chiaro in noi stessi.” L’ opera venne pubblicata nel 1932, in essa  Marx Engels sostengono che le idee sono “condizionate” dai rapporti di produzione mediante i quali gli uomini  procurano i mezzi di cui hano bisogno. I rapporti  sono storicamente  dinamici per cui sussistono  diversi modi di produzione e di proprietà.




LA LIBERTA’


Il campo della libertà inizia solamente là dove termina il lavoro che è determinato dalla necessità e dalla funzione esteriore; per sua natura questo campo si colloca dunque al di là della sfera della produzione  propriamente materiale. Come il selvaggio deve lottare con la natura per soddisfare i suoi bisogni per continuare la sua vita, così l’ uomo civilizzato è costretto a questa lotta e lo è  in tutte le forme della società e in tutte le maniere possibili della produzione. Nella misura in cui l’ uomo evolve, il campo della necessità della natura si allarga, in quanto i bisogni aumentano; ma nello stesso tempo crescono le forze produttive che le soddisfano. La libertà in tale campo non può dunque consistere che in questo: l’ uomo sociale, i  produttori  associati regolano razionalmente questo metabolismo tra loro e la natura, lo sottomettono al loro controllo comune al posto di essere  da lui dominati come da una forza cieca; lo realizzano con la minor energia possibile e sotto condizioni che sono più degne della loro natura umana e che sono più adeguate. Tuttavia questo resta un campo della necessità. E’ al di là di questo che inizia lo sviluppo delle forze umane che è di per sè il vero e proprio scopo, che costituisce il vero campo della libertà ma che non può sorgere se non attraverso questo dominio della  necessità”.(7)

La libertà non può esistere  sino a quando l’ uomo è sottoposto alla “necessità” del lavoro, occorre creare  una forma nuova di uguaglianza: “In una fase più elevata  della società comunista, dopo che  è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro  e quindi anche il contrasto fra lavoro intellettuale e fisico; dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita, ma anche il primo bisogno  della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti dellaricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l’ angusto orizzonte  giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere:Ognuno secondo le capacità a ognuno secondo i suoi bisogni.”(8).  Solo nella società comunista: abolita la divisione del lavoro, la proprietà privata, lo sfruttamento e lo Stato, l’ umanità avrà conseguito la vera libertà; si tratta di costruire un “nuovo mondo” dove ogni coercizione è abolita; tale visione è stata giudicata come millenaristica, tipica della cultura ebraico-cristiana; ma Marx non ha  mai considerato la sua visione come un’utopia, egli riteneva  che in una prima fase  si sarebbe  attuata la rivoluzione del proletariato e  realizzato la dittatura del proletariato, successivamente, in una seconda fase lo Stato sarebbe estinto. Tale visione è stata ripresa da Lenin che, nell’ opera “Stato e rivoluzione” scritta dopo la rivoluzione di ottobre (1917), sostiene che “lo Stato potrà estinguersi completamente quando la società avrà realizzato il principio” ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni” cioè quando gli uomini  si saranno talmente abituati a osservare le regole fondamentali della convivenza sociale e il lavoro sarà diventato talmente produttivo ch’ essi lavoreranno volontariamente secondo le loro capacità. L’ angusto orizzonte giuridico borghese ....sarà sorpassato, La distribuzione dei prodotti non renderà più necessario che la società razioni i prodotti a ciascuno, ciascuno sarà libero di attingere secondo i suoi bisogni (9).

 La società comunista non è un’ utopia: quando sarà eliminato lo Stato, il sistema capitalistico e la divisione  delle  classi  tutti  gli uomini saranno liberi; il processo storico  ha una finalità: rendere l’ uomo libero.  

  

NOTE


         1) Marx, L’ ideologia tedesca, Edizioni Lotta comunista, 2015, p. 31;

2) Marx, L’ ideologia tedesca, Ediziomi Lottacomunista, p. 30-31;

3) Marx, Manifesto del Partito Comunista, Einaudi, 2005;

4) Marx, per la  critica dell’ economia politica;

5)  Cambiano G. M. Mori, storia e antologia della filosofia, Vol.III,  Laterza, 2009; 

6) Marx, L’ ideologia tedesca, parte I;

7) Marx, Il Capitale, libro III, in Nouvelle anthologie philosophique, Ed, Hachette, p. 285-286;

8) Marx, Critica del programma di Gotha;

9)  Lenin, Stato e rivoluzione, Editori Riuniti, Roma, 1966.      


 BIBLIOGRAFIA 

Galasso G.,Storia d’ Europa, Vol. II Età moderna, Laterza, 2000;

Lowith K.,  Significato e fine della storia, Il Saggiatore, 2015;

Lowith K., Da Hegel a Nietzsche, Einaudi, 1949;

Hyppolite J., Saggi su Marx e Hegel, Bompiani, 1965; 

Marx, Democrito e Epicuro, La nuova Italia,1979;

Marx, Le opere, Autori vari, Editori Riuniti, 1966;

Marx, La concezione materialistica della storia,  Edizioni Lotta Comunista, 2015; 

Merker, Karl Marx 1818-1883 (biografia), Editori Riuniti1983;