Impegno del CAI nella difesa della natura

 IMPEGNO DEL CAI NELLA DIFESA DELLA NATURA.


Cesira Ansaldo

Anna Cristina Meinardi


Nella Rivista n. 4 si comunica che, a novembre, a Roma 2,  si svolgerà il decimo congresso del CAI, il tema sarà "La montagna nell' era del cambiamento climatico" e parteciperanno al Congrresso i giovani; non è indicato, con precisione, quali saranno gli argomenti  trattati. 

E' noto che, per fermare o quanto meno rallentare il cambiamento climatico, occorre  chiudere le miniere  che sono aperte in India, negli Stati Uniti, in Cina e ridurre l'utilizzo del gas e del petrolio; tali decisioni  devono essere  stabilite e condivise nelle vie di fatto da tutti gli Stati a livello mondiale. Si tratta di una questione molto difficile  da attuarsi nella realtà, specialmente ora che vi sono guerre in diverse parti del mondo e che gli interessi economici globali spingono le industrie e gli Stati verso politiche mirate a un rapido ed immediato guadagno, ben lungi dall'attuare, di contro una politica economica lungimirante, fondata sulla difesa dell'ecosistema. 

Questa estate in Italia si sono verificati  gravi danni in alcune regioni, Pianura Padana, Lombardia, Emilia Romagna,  provocati  da situazioni  climatiche estreme. Questi eventi, che ormai sono diventati consuenti e ben inseriti nell'andamento metereologico, con in prospettiva anzi un peggioramento per la nuova formazione di uragani mediterranei, causati dal forte riscaldamento del mare Mediterraneo, dovrebbero indurre governi, tutte le Associazioni coinvolte e  le amministrazioni locali alla consapevolezza che l'attuale sfruttamento economico intensivo porta alla morte del territorio e alla fine storica delle economie locali, nel settore primario, montano, turistico innanzitutto, oltre al peso economico sugli Stati per le ricostruzioni e la messa in sicurezza dei territori colpiti.

 Il Cai, pertanto, nell'incontro di novembre dovrebbe discutere tali  questioni e stabilire le modalità di attuazione  di una organizzata e funzionale modalità di gestione dell'ecosistema montano da un lato, con la salvaguardia ad esempio della fauna selvatica, della rivalutazione dell'apertura di impianti sciistici soprattutto nel caso di ricorso alla neve artificiale, oltre a farsi portavoce presso le istituzioni perché si attui un piano di ridimensionamento delle emissioni di CO2, che mina alle fondamneta l'ecosistema di boschi, foreste, ghiacciai, flora e fauna compresi. 

Un' altra questione che si deve  considerare è lo scioglimento dei ghiacciai,  che si verifica  non solo  nelle catene montuose ( Alpi, Himalaia, Patangonia,) ma anche della Groelandia, del Polo Artico ed Antartico; se le temperature triplicassero, la fusione dei ghiacciai per il 2100 provocherebbe notevoli mutamenti nel mare e nell' acqua dei fiumi.

Al cambiamento climatico si collega anche  il problema del rapporto dell'uomo con gli animali, specie con i grandi mammiferi; in particolare per quelle specie ancora scarsamente presenti nel territorio, se non in aree limitate, (orsi, lupi) sono state proposte, di fare delle uccisioni "di massa",  non solo da  alcune regioni (la Liguria, il Trentino Alto Adige), ma anche da parte di Bruxelles che giustificano le uccisioni di tali animali, soprattutto per quanto concerne il lupo. Si dovrebbe tener conto che il caldo intenso provocato dal fuoco e dal cambiamento climatico  distrugge interi boschi, gli animali si avvicinano pertanto  alle città in  cerca di cibo; per quanto riguarda il lupo, basterebbe che i pastori mettessero  recinti adeguati e utilizzassero i cani adatti (cani pastore maremmano, cane dei Pirenei) per evitare che i lupi uccidano degli animali per fame. In Alto Adige si continua ad uccidere gli orsi, anche con sospetti episodi di bracconaggio illeciti a causa di un clima  di propaganda portato avanti da una parte delle Istituzioni che puntano l'indice contro i grandi mammiferi come causa di ogni male, nascondendo mancanze che invece si sono create nella gestione del territorio, di contro alla puntuale attenzione e giusta educazione ambientale alla popolazione messe in atto dalla Regione Abruzzo, dove la convivenza con i grandi mammiferi è abbastanza stabilizzata.

La regione Liguria, inoltre, ha autorizzato i cacciatori ad uccidere tutti i cinghiali poichè distruggono le campagne; occorre considerare che numerose campagne sono abbandonate;  per quanto attiene le campagne  i floricoltori potrebbero utilizzare dei  mezzi per impedire che gli animali entrino nelle campagne; occorre anche considerare che durante i mesi  estivi è piovuto pochissimo e gli animali non hanno nè acqua, nè cibo. Una poco attenta politica di protezione dello sviluppo agricolo, di una attuazione di pastorizia ed allevamento strutturati e moderni portano a scempi del territorio dove adossare la colpa ad animali è la scelta più facile  e di rapida propaganda.

Questi argomenti devono essere affrontatati dal CAI per salvaguardare gli animali e per spiegare, a coloro che si recano nei boschi, come devono comportarsi, nel caso che incontrino questi animali che hanno diritto di vivere, di riprodursi, di difendere i loro piccoli.

Difendere fauna ed ecosistema è la sola via per mantenere le nostre montagne, per continuare a godere delle bellezze della Natura, chi ascende alle vette conosce la sensazione di pace, forza, benessere che la Natura trasmette, difendiamola insieme anche come CAI.