Riflessione sulla caccia al lupo

RIFLESSIONI SULLA CACCIA AL LUPO


I lupi, sino ad alcuni anni fa,  erano scomparsi e, solo di recente, sono tornati. in numero limitato: pertanto non è il caso di gridare "dai al lupo"; invece di abbattere i lupi, gli allevatori e i contadini adottino gli opportuni mezzi di tutela dei greggi, delle mandrie e dei campi e la Regione stabilisca  adeguati interventi economici,  se si verificano danni. La Regione, inoltre, dovrebbe intervenire per tutelare il territorio: molte campagne, infatti, sono in totale abbandono, là dove erano coltivati fiori,  ulivi e orti crescono erbacce e rovi; i muri a secco crollano per cui, in caso di piogge violente, sono frequenti gli allagamenti e le frane con danni gravissimi. La "difesa dell'economia agropastorale" non si realizza con il mero abbattimento di animali selvatici, ma con interventi programmati, strutturati, a lunga durata, finalizzati alla ripresa del territorio e al contrasto del fenomeno dell'abbandono dell'entroterra. 

Recinzioni, adozioni di animali di protezione da pastura, rimborsi per gli animali predati, sono interventi che possono favorire l'equilibrio tra il mondo antropico e il mondo "selvatico". Si tenga conto che l'abbattimento dei lupi in branco non costituisce affatto uno strumento di riduzione dei gruppi, anzi è una tipologia di intervento che favorisce la formazione di nuovi e più numerosi branchi. Il motivo è noto: in un branco vi è un capo alpha e una femmina alpha, la natalità è controllata dal capo branco stesso. Gli abbattimenti portano spesso alla dispersione del branco: i lupi - tornati isolati - formeranno a loro volta altri branchi, con conseguente aumento esponenziale della natalità. La natura sa controllare la proporzione tra predatori e prede, non lo stesso può dirsi dell'uomo, i cui interventi rischiano di distruggere gli equilibri e di eliminare i selvatici. Un mondo totalmente antropizzato non è un mondo in equilibrio con la Natura a cui apparteniamo e che non possiamo distruggere come una nemica.


La Regione e lo Stato italiano anzichè intervenire per favorire la caccia, dovrebbero preoccuparsi del cambiamento climatico, degli inquinamenti, della cementificazione ed assumere tutti i necessari provvedimenti per impedire  gravissimi danni per le future generazioni.      

   

Cesira Ansaldo