Il riscaldamento globale
IL RISCALDAMENTO GLOBALE
Dal 1994 al 1917 sono scomparsi 28.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio di cui 28.000 miliardi sono scomparsi dalle montagne, 4.000 miliardi dalla Groelandia; il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai è aumentato in modo considerevole dagli anni ’90 a oggi. Anche in passato si sono verificate degli scioglimenti dei ghiacciai, l’ultimo si è verificato dal XVI al XIX secolo; ma tali fenomeni avevano un’origine naturale, mentre quelle attuali sono dovute ad un riscaldamento globale che si sta verificando per l’intervento umano; gli scienziati attribuiscono l’attuale cambiamento del clima all’intervento degli uomini, individuando in particolare quali cause:
- uso di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas);
- deforestazione: gli alberi regolano il clima assorbendo l’anidride carbonica che si trova nell’atmosfera;
- Allevamento intensivo del bestiame (soprattutto, bovini e suini), che producono grande quantità di metano che si concentra nell’atmosfera;
- fertilizzanti azotati;
- I gas florurati usati per gli impianti di rifregerazione, di condizionamento dell’aria, estintori e solventi;
Si delineano, pertanto, le seguenti conseguenze:
- desertificazione –scioglimento dei ghiacciai per cui si verifica un innalzamento dei mari, e sono messi in pericolo gli animali che vivono sui ghiacciai (orso, renne) e, in prospettiva, diminuzione di acqua per l’irrigazione, l’uso domestico e l’agricoltura;
- Tropicalizzazione del mar Mediterraneo;
- Cambiamenti nella circolazione atmosferica e fenomeni atsmoferici estremi: alluvioni,ondate di caldo e di gelo con gravidanni per l’ agricoltura.
A partire dal 1990 si sono svolti alcuni incontri tra gli Stati allo scopo di concordare le modalità da seguire per ridurre le emissioni:
- Nel 1992 si è svolto un incontro a Rio de Janiero di 172 Stati che e hanno stipulato una Convenzione per la riduzione delle amissione di gas; l’accordo non imponeva obblighi alle singole nazioni; gli Stati non intervennero in modo concreto;
- Protocollo di Kyoto: è il primo documento che impone l’obbligo di riduzione delle emissioni nei Paesi sviluppati; le emissioni dovevano essere ridotte del 5% nel periodo 2008-2012 e del 18% nel periodo tra il 2013 e il 2020.
Gli USA non hanno mai aderito al protocollo di Kyoto, il Canada si è ritirato nel primo periodo; Russia –Giappone – Nuova Zelanda si sono ritirate nel secondo periodo; ma anche gli altri Stati non hanno agito in modo efficace per ridurre le immissioni.
- Accordo di Parigi; è stato concordato un testo universale per ridurre la temperatura di due gradi dal 2015 al 2100. L’accordo è entrato in vigore dal 2016; tutti i paesi dell’UE hanno ratificato l’ accordo; non hanno ratificato gli USA, il Nicaragua e la Svezia.
Le previsioni elaborate dai climatologi evidenziano che, finora,non si è verificata una diminuzione significativa del gas serra; scienziati e numerose organizzazioni hanno sottolineato più volte che sussiste il rischio di un ulteriore aumento di due gradi della temperatura, pertanto aumenterebbero, in modo significativo gli effetti metereologici estremi, ampie aree sarebberro colpite dalla siccità, aumenterebbero gli incendi boschivi e il livello del mare, il clima sarebbe più ”accogliente” per i virus. La situazione attuale è preoccupante: nel 2018 sono stati investiti 800 miliardi di dollari per l’estrazione del petrolio e del gas ed è aumentato l’utilizzo dei combustibili fossili; pertanto, si è molto lontano da uno sviluppo sostenibile. Inoltre, occorre riflettere che con lo scioglimento dei ghiacciai aumenta l’acqua trasportata dai fiumi, al mondo ci sono 78 sistemi idrici basati sui ghiacciai; i fiumi “chiave” sono i seguenti: in Europa Reno, Po, Volga, Danubio, Ebro, Rodano; in Asia Gange-Brahmaputra (questo fiume porta acqua a 400 milioni di persone prima di svuotarsi nel Golfo del Bengala), Fiume Giallo, Fiume Azzurro (fiumi che approvvigiano quasi 2 miliardi di persone) Amu Darya, Indo; in America Mississippi-Missouri, Rio delle Amazzoni. L’acqua immaganizzata in cima alle montagna confluisce nei fiumi e l’aumento della temperatura favorisce il rigonfiamento dei fiumi e forti alluvioni.
Per quanto attiene le Alpi, è tato confrontata la situazione attuale e quella di centi anni fa; la situazione alla fine dell’ Ottocento si configura con una superficie dei ghiacciai che formava un mantello ininterrotto; attualmente l’estensione dei ghiacciai e lo spessore sono ridotti in modo notevole; ad esempio il bacino glaciale dell’ Adamello e della Marmolada stanno scomparendo. Il 26 dicembre 2020, dopo lo smottamento di tre anni fa, quando si staccò una parte della parete nord-est della montagna, si è verificato un imponente crollo sulla parete est del Monviso; si sono staccate 200 metri cubi di roccia; secondo l’ Arpa Piemonte si è verificata la fratturazione del permatost a causa dell’innalzamento della temperatura. La “degradazione” del permafrost che faceva da “collante” è avvenuta alla sommità del torrione Sucai a 3200 metri di altitudine, che è precipitato sino a 2.800 metri. I massi di maggior dimensione sono rotolati a valle con una volumetria di 150/250 metri cubi.
In futuro, se non si attua un drastica diminuzione dell’ aumento della temperatura e continuerà lo scioglimento dei ghacciai, si verificheranno gravi fenomeni quali
l’innalzamento delle spiagge, l’instabilità di carettere climatico, cambiamenti relativi alla flora e alla fauna.
Considerata la situazione attuale è opportuno che i paesi confinanti affrontino i problemi connessi con l’utilizzo dell’ acqua e regolino la competezione nel prelievo dell’acqua dai fiumi; inoltre, deve essere deciso al più presto di non impiegare più denaro da parte dello Stato per finanziamenti per creare comprensori sciistici, per favorire l’ utilizzo dell’ acqua per creare neve artificiale e per eventi mondiali, ridurre al di sopra del fondovalle ogni potenziamento di ricettivo alberghiero affinchè sia ridotta pressione turistica.
FONTI
Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli, 2011;
Rivista Montagne 360, mese di febbraio 2021;
Rivista Le Scienze, mese di marzo 2021;
Arpa Piemonte, “Lo scioglimento dello strato di permafrost al Monviso”.