Salvare i ghiacciai e gli animali

SALVARE I GHIACCIAI E GLI ANIMALI

LA MORTE DEI GHIACCIAI.

Se si confrontano i ghiacciai del passato con quelli attuali si scopre che i ghiacciai stanno scomparendo a causa dell’ aumento delle emissioni di anidride carbonica nell’ atmosfera terrestre; tale situazione si riferisce a tutte le catene montuose. Karakorum, Caucaso, Alaska, Ande, Himalaya, Alpi Svizzere, Alpi italiane (Adamello – Marmolada): nei  luoghi  dove  c’erano i ghiacciai è  apparso pietrame, altri ghiacciai sono scomparsi e sono stati sostituiti da laghi; anche i ghiacciai del Polo Nord e del Polo Sud precipiteranno. La scomparsa dei ghiacciai è aumentata in modo considerevole: dal 1976 al 1995 la perdita media annua era di 02 metri, nel periodo  16 .996-2010 è stata di 0,6 metri nel decennio 2011- 2020 è stata di 4,6 metri. Sotto i 3.500 d’ altezza resisteranno per un po’ di tempo, ma scompariranno  se la temperatura aumenterà. Per quanto attiene alle Alpi italiane, la superficie e il volume del ghiacciaio della Marmolada continuano a diminuire in modo accelerato. Un processo questo, irreversibile.

Per quanto riguarda l’Adamello, a causa del caldo,  delle scarse nevicate sui ghiacciai e il caldo delle settimane estive che  è giunto  ad una temperatura di 9 gradi nelle  ore notturne, si verifica una fusione continua  sia di giorno che di notte. Due persone sono morte in alto Adige sul monte Ortles; gli scalatori erano sei appartenenti a due gruppi tre tedeschi e tre italiani, la caduta mortale è stata causata dallo scivolamento su neve fresca, alle ore 6.20 del mattino! E’ evidente che pure ad alta quota, il caldo non consente di procedere su nevaio e ghiacciaio in sicurezza a qualunque ora. Del resto, ò notizia delle ultime settimane il raggiungimento dello zero termico ad alta quota ed è altresì evidente che anche le recenti nevicate non eliminano il problema ambientale:  in primo luogo una nevicata non blocca lo scioglimento dei ghiacciai  inoltre, il ,recente anticiclone caldo toglie anche il leggero manto nevoso.       

E’ una condizione globale in aggiornamento costante: si registra in questi giorni una serie di notizie che completano il quadro di emergenza reale a cui occorre che gli Stati, ma anche tutte le Associazioni, tra cui il CAI,   facciano fronte comune con intese, accordi, convenzioni. Infatti: le colonie dei pinguini imperiali sono a rischio, con 15.000 esemplari morti, nidificazioni a rischio a causa del riscaldamento globale. 

Siamo arrivati al punto che in Austria sono stati celebrati, alla presenza di autorità religiose e politiche i funerali di un ghiacciaio, con bara di ghiaccio a chiarire che il feretro “ghiacciato” è il simbolo del ghiacciaio morente;  i funerali non sono di un singolo ghiacciaio, ma di tutta la Natura globalmente intesa.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

LA MORTE DI UN ORSO MARSICANO

Un allevatore di polli, tre giorni fa  ha ucciso l’ orsa Amarena, simbolo del parco dell’Abruzzo. Il direttore Del Parco  d’ Abruzzo Sommarone ha dichiarato  che “Amarena ha avuto la sola colpa di incappare nell’ ignoranza e nella cattiveria”. L’ orsa Amarena era il simbolo di una convivenza civile e rispettosa dell’uomo, ma non tutti riconoscono che occorre cambiare paradigma e rispettare gli animali, colui che ha ucciso l’orsa che camminava con due cuccioli fuori dal parco, procedeva tranquilla; pertanto uccidendola ha commesso un grave errore, considerando che  l’orsa era  insieme  ai cuccioli; gli animali difendono sempre i figli, non sono come le madri umane che spesso abbandonano i figli o li uccidono, ma seguono i figli, anzi una “supermamma” che, purtroppo è stata uccisa da un essere umano per motivi inconsistenti. L’ orsa non ha mai assalito le persone ed aveva dato la vita a numerosi figli.

Purtroppo  il CAI,  nelle   attuali   riviste, continua a dedicare articoli relativi alle ascensioni e ai rifugi non tenendo conto  che i ghiacciai stanno comparendo e esistono gravi uccisioni degli animali che rischiano di scomparire. Si vorrebbe un’entrata in campo del CAI più diretta ed incisiva circa tutte le questioni dell’ambiente  e della protezione condivisa dell’ecosistema. Nella rivista n. 3 è stata inserito un articolo di Alessandro Rossetti relativo alla convivenza dell’ uomo con il lupo  Rossetti e sostiene che  i lupi possono uccidere  i puledri e i vitelli ma occorre che tutti pastori pongano il cane mastino abruzzese per difendere il gregge e  durante la notte occorre mettere il gregge in una stalla- Si deve considerare  che, specie in estate, è difficile per gli animali trovare cibo per la distruzione  dei boschi e l’ aumento della temperatura.

SALVAGUARDIA DELLA MONTAGNA E SICUREZZA

Un tema assai complesso riguarda, infine, l’approccio turistico alla montagna, portato avanti negli anni senza riserve, anche dalle Associazioni. E’ stato fatto passare il messaggio, forse anche per ragioni economiche, che la montagna “è di tutti”, una sorta di campo libero con accesso illimitato. Non si guida una veliero senza patente nautica, i passi di montagna chiudono al traffico per condizioni avverse del meteo, non si partecipa a gare sportive senza allenamento, non si nuota se il mare è in burrasca. In montagna no. Nessun divieto: è tutta l’estate che circolano immagini aberranti di turisti che, giunti ad alta quota comodamente in funivia, salgono sui ghiacciai morenti e pericolanti con infradito, gruppi che arrivano ai rifugi chiedendo il sushi e ogni comodità alberghiera, senza alcuna considerazione della necessità di risparmiare acqua, delle difficoltà logistiche di rifornimento. Recente è la notizia della rabbia, esplosa sui social, per la chiusura di passi alpini in Trentino a causa delle pessime condizioni dei ghiacciai che ne rendono pericolosa la traversata. E’ stato scritto “così mettete i recinti”. La mentalità di approccio alla montagna sembra completamente errata e mancante delle più elementari basi di preparazione e comprensione del territorio. Mettere in sicurezza le montagne, anche chiudendo passaggi pericolosi è un dovere non un arbitrio: questo messaggio va fatto passare alle folle di turisti che scambiano montagne e boschi per un parco giochi. La fauna selvatica non è un gioco, anche una passeggiata nei boschi richiede preparazione ed attrezzature adeguate. Occorre mettere dei regolamenti di accesso. Sarà impopolare, controproducente per chi ha fatto industria con la montagna? Forse è la sola scelta per proteggere la Natura e salvaguardare le persone dalle loro stesse infantili pretese di “onnipotenza”.


Occorre ricordare forse che noi umani siamo parte della Natura? Se muore la Natura, l’umanità non può avere via d’uscita di sopravvivenza. Non siamo i padroni della Natura, siamo suoi figli. Il CAI ha la sua parte e le sue responsabilità, non è una mera “associazione sportiva”, occorre che si renda portavoce delle numerosi ed urgenti esigenze di messa in sicurezza della montagna, di regolamentazione dell’accesso, delle problematiche ambientali.