Il Rifugio Nizza
IL RIFUGIO NIZZA
Partendo da Sanremo, si giunge a Nizza e si esce dall' autostrada al casello de La Trinitè; si prosegue lungo il Var; poco prima di raggiungere Roquebillière, si svolta a destra in direzione dell' abitato di Belvèdere, si prosegue lungo la strada che risale la valle Gordolasque sino a Saint Grat (1547m); la strada termina più avanti (Km. 4,5). Lasciata la macchina al parcheggio, si percorre lungo un sentiero che punta verso Nord; si attraversa un ruscello e ci si innalza sul pendio erboso di fronte alla cascata dell' Estrech fino a raggiungere un colletto tra grossi roccioni; si attraversa un ruscello e si prosegue sino alla Vacherie de la Barme; proseguendo si giunge alla diga del lac de la Fous, si contorna il lago e si giunge al promontorio dove sorge il rifugio.
Il vecchio rifugio, costruito nel 1901, non esiste più; al suo posto è stato costruito un nuovo edificio, disposto su due piani, parte in pietra e parte in legno, con un'ampia sala da pranzo e la cucina al piano terra, comode camere a due e quattro posti, docce, servizi igienici al primo piano, ampio terrazzo prospiciente il lago della Fous ed un angolo cucina per coloro che desiderano cucinare autonomamente; il rifugio, come gli altri delle Alpi Marittime, è dotato di elettricità garantita dai pannelli solari .
La realizzazione dell'opera si è protratta per circa tre anni ed ha richiesto un notevole impegno finanziario (circa 275 milioni di Euro) sostenuto dal CAF (per 750.000 euro circa) ed il resto da diverse Associazioni e dal Consiglio delle Alpi Marittime. Indubbiamente lo sforzo profuso ha consentito di realizzare una costruzione quasi simile ad un albergo di montagna: le docce ed i bagni sono piastrellati, le camere sono confortevoli, la sala da pranzo è accogliente, il terrazzo consente un colpo d'occhio fantastico sul lago sottostante e sulle vette che si stagliano di fronte. Coloro che hanno frequentato il vecchio rifugio possono provare un senso di malinconia per un edificio “rude” e spartano come l'ambiente circostante; tuttavia, non si può non apprezzare le comodità offerte, che rendono estremamente gradevole il soggiorno.
Attorno al rifugio, si trovano alcuno laghi d'incomparabile bellezza e vette maestose; credo che per apprezzare le bellezze di questo paesaggio – ma anche quella di tutto l'ambiente delle Alpi – sia opportuno meditare sulle seguenti riflessioni di un illustre alpinista: V. Cessole:
“Alcuni riducono l'alpinismo ad un esercizio sportivo e non provano altre emozioni se non quelle che si sperimentano con la conquista di picchi rocciosi attraverso un'acrobazia, più a o meno palpitante.
Ma non c'è altro mezzo nelle nostre Alpi, per un'emozione profonda e durevole? Anche se ci si sente legittimamente fieri dei pericolo affrontati e degli ostacoli vinti, perché mai non si può apprezzare la semplice coltre erbosa, con la capricciosa originalità della vegetazione in fiore, le monumentali foreste, con i loro effetti di luce sempre diversi, il profilo fantasioso di una roccia dentellata, lo scrosciare delle cascate, la sinfonia delle acque, che cantano in graziosi giochi tra i prati fioriti, simboli stessi di vita.
Come dunque si potrà impedire di fremere di emozione davanti al puro splendore di un panorama senza limiti, solo perché ciò che si offre alla vista può essere troppo facilmente accessibile? Chi potrebbe definirsi un amico sincero della montagna se non sa comprenderla e non sa amarla realmente per quello che è il segreto della sua bellezza, vale a dire la sua infinita varietà?” (in Victor de Cessole, Il Rabuons, Nizza 1906, pp.7-8; ora in AAVV. , V. de Cessole un fotografo nelle Alpi, Conseil gènèral des Alpes Maritimes, 2002, pp. 165-168).
Torniamo alla fiabesca vallata del rifugio Nizza: partendo dal rifugio, è possibile non solo raggiungere la vetta di due tremila (il Clapier e la Maledia), ma anche effettuare escursioni, che consentono di percorrere luoghi di rara bellezza.
Si segnalano le più significative escursioni:
a) Lago Lungo della Maledia;
b) Lago Nirè, Baisse del Basto e possibile traversata sia al rifugio di Valmasque, sia al rifugio delle Meraviglie;
c) Passo del Monte Colomb (con la possibilità di discesa verso il rifugio di Madonna di Finestre);
d) Colle della Fous e possibile traversata al rifugio di Valmasque
a) Lago Lungo:
Il lago Lungo è - già di per sé - una meta ambita per il carattere selvaggio del territorio, ma deve, anche, la sua importanza al fatto che è un ottimo punto di partenza per le ascensioni alla Maledia dal lato francese. E' questa l'escursione scelta durante il nostro soggiorno al rinnovato rifugio e non esitiamo a proporla, sicuri che soddisferà gli amanti della montagna. Si parte dal rifugio, scendendo fino al lago della Fous e costeggiandolo per un breve tratto. A destra si nota una vasta pietraia, mista a declivi erbosi: occorre far attenzione, perché il sentiero per il lago Lungo si snoda proprio in questo lato, ma non è segnalato da alcun cartello, si riconosce, comunque, facilmente in quanto è l'unica traccia di sentiero sul lato destro dopo aver costeggiato circa metà del lago della Fous. Ci si inerpica per pietraia e piccole aree prative, il sentiero è ben tracciato e ricco di ometti (utilissimi in caso di nebbia). Si entra -quindi- in una valletta incassata tra le rocce, proseguendo verso un bastione, oltre il quale si apre in tutto il suo splendore il lago Lungo, scavato tra le scoscese pareti delle cime circostanti. Nessuna vegetazione, solo la forza maestosa della roccia.
A causa del tempo sfavorevole, non è stato possibile gustare la sosta al lago - un gruppo di italiani che ci aveva preceduto con tutta l'attrezzatura da scalata della Maledia, era già sulla via del ritiro a causa dei nuvoloni minacciosi che si addensavano all'orizzonte; ben presto, però, è cominciato a scendere la neve in turbinosi fiocchi e siamo scesi velocemente; lungo la discesa abbiamo potuto ammirare un branco di camosci, con i piccoli al seguito e un branco di neri cavalli allo stato brado, - che notte tempo hanno trovato riparo sulla piazzetta antistante il rifugio.
Difficoltà EE.
b) Lago Nirè- Baisse del Basto:
Dal Rifugio si contorna il rilievo che domina il rifugio e si raggiunge una zona prativa; proseguire in direzione del Lago Nirè, quindi, per detriti, si sale alla Baisse del Basto.
Volendo si può proseguire in direzione della Baisse del Valmasque: si scende per il sentiero di sinistra sino ad un bivio dove si volge a destra per raggiungere la riva del Lago del Basto , si costeggia la sponda del lago, proseguendo verso il Lago Noir ed il Lago Verde, da dove si raggiunge il rifugio di Valmasque che è stato costruito dalla Sez. Alpi Marittime di Imperia nel 1928, è dedicato dal CAI alla memoria di Guglielmo Kleulgen caduto sui torrioni Saragat; il rifugio venne acquistato, nel 1948, dal CAF di Nizza, in seguito all'acquisizione del territorio della Valle Meraviglie da parte della Francia.
La Baisse de Valmasque è anche un punto di raccordo con la Valle delle Meraviglie: si scende in direzione del Lac des Merveilles e si perviene al rifugio, attraversando la splendida zona archeologica delle incisioni rupestri del Monte Bego (tra le più celebri si segnalano: la roccia dell'altare, il “capo tribù”, il “Mago”, il “Cristo”). Difficoltà E
- Passo del Monte Colomb:
Dal rifugio si scende lungo la sponda occidentale del Lago de la Fous fin oltre la diga, quindi si volge a Ovest (balise) e si sale lungo una pietraia; si prosegue lungo un pendio erboso con molta attenzione. Successivamente si sale lungo un pendio erboso e per un canale sassoso si raggiunge il Passo del Colomb caratterizzato da un grosso gendarme; dal Colle si può proseguire in direzione del rifugio di Madone de Fenestre. Occorre prestare attenzione al versante verso il vallone de Fenetre, per la possibilità di innevamento a ridosso del colle, soprattutto in tarda primavera e in estate. Difficoltà F+
I due itinerari seguenti si svolgono in un ambiente “selvaggio” ; l'escursione è da effettuarsi da persone esperte.
Al Rifugio di Valmasque per il Pas de la Fous:
Dal rifugio Nizza si sale, per labili tracce, prima lungo un verde pianoro, quindi lungo un pendio di “clapiers” si giunge al col de la Fous. Si procede in direzione del Lac Gelè e, proseguendo, si giunge al lac Vert e al rifugio di Valmasque, che si trova sulle sponde del lago. Difficoltà EE.